“Vita, morte e miracoli”. Amore, dolore, verità e segreti: la vita va in scena.
a cura di: Paolo Leone
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Roma, Teatro Cometa Off, via Luca della Robbia 47 (Testaccio). Dal 14 ottobre al 9 novembre 2014
Nulla è come sembra. Se la realtà è costruzione, sovrastruttura, o soltanto un universo conosciuto fra i tanti, a cosa siamo disposti a credere per non lasciare quel poco o quel tanto che abbiamo e a cui ferocemente siamo avvinghiati? E’ veramente tutto un gioco di delicati equilibri la nostra vita, alla ricerca di una felicità probabile? Cosa taciamo e cosa fingiamo di non sapere per un’illusione di serenità? Quattro persone in una camera di una clinica, una delle quali, forse ma solo forse, impossibilitato a parlare nel suo letto, in un limbo sospeso tra la vita e la morte. Un confronto serrato tra queste due dimensioni, rivelatore, bello, sorprendente, anche divertente, di fronte al quale cadranno le maschere di tutti e quattro. Forse anche quelle di chi assiste. “Vita morte e miracoli” ha la forza di un ciclone ma si presenta con il sorriso, con il garbo e il realismo di uno spaccato di vita che è la nostra. Credibile, di una verità disarmante. Merito di Lorenzo Gioielli, l’autore, ma soprattutto delle interpretazioni dei quattro protagonisti. Il palco è uno specchio dove, grazie alla loro recitazione (ma recitano, siamo sicuri?) ognuno può scorgere se stesso, in un girotondo di verità, che sia alla luce del sole o occultata. I tratti disegnati addosso agli interpreti sono fortemente caratterizzati e riconoscibili, restituiti al pubblico con un lavoro di introspezione attento. Quattro persone diverse, con vissuti differenti, danno vita ad una sorta di gioco della verità, ma soltanto a confronto con la dimensione ultima della vita, come la conosciamo qui e ora.
Emanuele (Francesco Venditti, delicato e convincente) è il tramite provvisorio tra gli altri tre e “la stanza accanto”, il mistero. Un richiamo all’infinito, a non credere che tutto finisca, a non lasciare nulla di incompiuto e di fronte al quale ci si lascia andare senza veli. L’amato compagno Marco (Riccardo Scarafoni, grande interpretazione), in preda al panico di perdere tutto ciò in cui maniacalmente crede, sua sorella Ilaria (una credibilissima Veruska Rossi) dal passato torbido e con un segreto imbarazzante, il marito di lei Dario (Fabrizio Sabatucci, talmente vero da spiazzare), ognuno con le proprie verità e i propri segreti inconsapevolmente legati tra di loro, riescono nel difficilissimo compito di non andare mai sopra le righe di un testo che, per le sue note ironiche e divertenti, potrebbe facilmente scivolare verso l’improbabilità. Indipendentemente dalle storie personali cucite addosso ai quattro attori, interessantissime e ricche di sfumature, la pièce si sviluppa grazie alla recitazione accurata, ricca anche di preziosissimi silenzi e di tempi giusti, intensi, che lasciano col fiato sospeso. Si ride, non abbiate paura, anche se si affronta il dolore e la perdita. Si ride e si piange, come nella vita. Non si giudica, si accetta la realtà. Perché, come dice Dario il buono, “è la vita che è semplice”. Fino all’ultimo istante.
Vedere idee nuove, in teatro, è respirare aria fresca. Emozionante.
Emanuele (Francesco Venditti, delicato e convincente) è il tramite provvisorio tra gli altri tre e “la stanza accanto”, il mistero. Un richiamo all’infinito, a non credere che tutto finisca, a non lasciare nulla di incompiuto e di fronte al quale ci si lascia andare senza veli. L’amato compagno Marco (Riccardo Scarafoni, grande interpretazione), in preda al panico di perdere tutto ciò in cui maniacalmente crede, sua sorella Ilaria (una credibilissima Veruska Rossi) dal passato torbido e con un segreto imbarazzante, il marito di lei Dario (Fabrizio Sabatucci, talmente vero da spiazzare), ognuno con le proprie verità e i propri segreti inconsapevolmente legati tra di loro, riescono nel difficilissimo compito di non andare mai sopra le righe di un testo che, per le sue note ironiche e divertenti, potrebbe facilmente scivolare verso l’improbabilità. Indipendentemente dalle storie personali cucite addosso ai quattro attori, interessantissime e ricche di sfumature, la pièce si sviluppa grazie alla recitazione accurata, ricca anche di preziosissimi silenzi e di tempi giusti, intensi, che lasciano col fiato sospeso. Si ride, non abbiate paura, anche se si affronta il dolore e la perdita. Si ride e si piange, come nella vita. Non si giudica, si accetta la realtà. Perché, come dice Dario il buono, “è la vita che è semplice”. Fino all’ultimo istante.
Vedere idee nuove, in teatro, è respirare aria fresca. Emozionante.
Roma, Teatro Cometa Off, via Luca della Robbia 47 (Testaccio). Dal 14 ottobre al 9 novembre
Associazione Culturale Formi 4 presenta:
“Vita morte e miracoli” di Lorenzo Gioielli.
Con: Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Riccardo Scarafoni e Francesco Venditti.
Regia di Riccardo Scarafoni.
Aiuto regia:Leonarda Imbornone; Scene: Emanuela Cignitti; Luci: Alessio Pascale e Aurelio Rizzuti; Costumi: Lisa Sorone; Foto: Patrizio Cocco.
Si ringrazia l’ufficio stampa della Compagnia nella persona di Claudia Maria Ragno.