La Platea

a cura di: Enrico Ferdinandi
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Vita, Morte e Miracoli

Promozione al palco grande del Cometa per Vita, morte e miracoli spettacolo che nella scorsa stagione ha registrato un grande successo nello spazio off di Testaccio.

La scena si apre con i quattro protagonisti riuniti una camera ospedaliera. Emanuele (Francesco Venditti) si trova in coma da una settimana e il suo fidanzato Marco (Riccardo Scarafoni) è al suo capezzale. Con lui, ad assisterlo sua sorella Ilaria (Veruska Rossi) con il marito Dario (Fabrizio Sabatucci).

Il testo di Lorenzo Gioielli ha la capacità di toccare un gran numero di tematiche in un tempo non poi così grande. Nell’arco di un ora e un quarto si parla di vita, e quindi dell’amore, delle sue sfaccettature, dei diversi modi nel quale questo viene espresso. Dei segreti, che poi tanto segreti non sono, che questo sentimento comporta; dell’invidia che ne scaturisce di riflesso, dell’odio e perché no anche del modo di stare al mondo, del proprio personale punto di vista.

Marco, ad esempio è un antiquario, ateo, pragmatico ma anticonformista, Dario una persona quadrata, rigorosa, “buona”, ma come si vedrà nel corso dello spettacolo affatto stupida. Se inizialmente si è divertiti dallo scambio arguto di battute, soprattutto fra i personaggi appena citati, con il passare dei minuti, a tratti, l’aria si fa fin troppo densa, quasi come ci si stia per scordare che il vero motivo, il fulcro della storia, sia un ragazzo in coma. Il potere della parola, lo scambio di battute, le frecciatine e gli scontri ideologici fra i tre protagonisti riuniti al capezzale di Marco, portano quindi, in più di un’occasione, il focus lontano da dove dovrebbe essere, tanto che sembra più di trovarsi in un salotto per una riunione di famiglia piuttosto che nella stanza di una clinica ospedaliera. Gli attori, tutti interpreti di una buona performance, in particolar modo Riccardo Scarafoni, non danno l’impressione di esser abbastanza coesi fra loro sul palco. Il dolore che i loro personaggi dovrebbero provare per Emanuele non convince, vince su tutto l’ego del singolo.

Interessante l’idea escogitata da Gioielli, ogni personaggio si ritroverà da solo con Emanuele ed avrà con lui un dialogo, interiore (?), chiarificatore prima del trapasso. Si parla così di vita, morte, verità e anche di miracoli: alla platea la decisione di credere se una luce ad intermittenza possa essere un segnale d’amore o un semplice contatto nell’interruttore. Questo forse è il messaggio più bello di una commedia che, tutto sommato, merita la promozione sul palco grande del Cometa.

Elogio allo spirito intraprendente dei quattro attori protagonisti. Francesco Venditti, Riccardo Scarafoni, Fabrizio Sabatucci e Veruska Rossi sono difatti i membri di Formi4, associazione culturale che ha prodotto lo spettacolo.